martedì 13 settembre 2016

Serious Black - Mirrorworld (2016)




Tracklist:
1. Breaking The Surface
2. As Long As I'm Alive
3. Castor Skies
4. Heartbroken Soul
5. Dying Hearts
6. You're Not Alone
7. Mirrorworld
8. State Of My Despair
9. The Unborn Never Die

Avete presente quella donna bellissima con cui siete andati a letto (non ce l'ho presente nemmeno io, ma fate lavorare l'immaginazione) e che il giorno dopo, struccata, con il pigiamone di flanella, mentre si incammina scoreggiando verso il bagno, vi si rivela nel suo vero aspetto? Bene, questi sono i Serious Black.

Nati come una all-star band, spinta all'inverosimile come una creatura nata da un'idea del tipo che si è mangiato Roland Grapow, e del bassista dei Vision of Atlantis, che mi sembra comunque eccessivo chiamare "star". A loro si sono aggiunti altri tizi provenienti come turnisti o membri stabili da gruppi più o meno affermati , ma comunque fuori dal giro di quelli che contano veramente. La vera chicca, che ha permesso alla label di creare un hype spaventoso su questo collettivo, è stato il nome di Thomas Stauch, indimenticato ex batterista dei Bind Guardian che tutti, più o meno segretamente, speriamo un giorno di rivedere sul palco con i bardi di Krefeld. Tutti questi nomi altisonanti (a guardare bene, Grapow e Stauch) hanno permesso alla band di godere di un certo seguito già prima di pubblicare l'album di debutto, e di imbarcarsi successivamente in un tour come spalla ad Hammerfall e Orden Ogan.

La storia ufficiale vuole Grapow e questo Mario Lochert che mentre si fanno una chiacchierata alcoolica, decidono di tirare su un gruppo insieme, e per farlo scelgono a casaccio, tipo album di figurine, uno Svedese-Americano (Urban breed, ex cantante dei Tad Morose, su cui torneremo tra poco), un greco, un Giordano, un altro tedesco, un austriaco, un Ceco. Pare che un giorno tutti questi si siano visti in studio e nel giro di pochi giorni abbiano tirato fuori i pezzi che sarebbero poi finiti sull'album "As Daylight Break". Registrano un video in cui Thomen compare come una sorta di novello Steven Seagal, che per fare il fico in canotta è morto di freddo e sta ancora mezzo bloccato con la schiena da due anni, e che lo porta a prendere la decisione di abbandonare la band insieme a Roland Grapow che improvvisamente si rende conto di non riuscire a conciliare gli altri suoi impegni, tipo i Masterplan. I due vengono prontamente rimpiazzati da due session random (se non sbaglio il Giordano e il Greco di cui sopra) e la band va avanti come se niente fosse fino alla fine del tour. Per il nuovo disco il Giordano viene scaricato e rispedito al mittente (la sua band principale, i Freedom Call) e viene ingaggiato il numero 2 per eccellenza dopo Ripper Owens: Alex Holzwarth. Anche lui pare abbia registrato la batteria in veste di ospite e, immagino, verrà ringraziato e sostituito prontamente da qualche batterista dalla provenienza esotica.

Per quanto mi riguarda, le cose sono andate diversamente. Penso che Grapow si sia limitato a firmare la liberatoria per poter utilizzare il suo nome nei credits dell'album, e a comparire nel video che tanto è stato fatale al nostro Thomas Stauch, che forse invece ha perfino registrato le sue parti di batteria. Ho i miei dubbi sul fatto che tutti i sei membri del gruppo si siano incontrati prima di partire per il tour (le foto promozionali con i 6 membri incollati uno vicino all'altro, per il primo e per il secondo album sembrano avvalorare la mia ipotesi), e ho il sospetto che, dopo aver ricevuto i file di guitarPro, ognuno abbia registrato la sua parte spedendola per il mix finale.

Nelle interviste si parlava con entusiasmo di come ognuno fosse riuscito a coronare il suo sogno di formare un nuovo gruppo power che suona come altre centinaia di gruppi power, di come il nome Serious Black non sia stato assolutamente scelto per la somiglianza con il personaggio di Harry Potter (a casa mia si chiama "esca per i gonzi"), di come tutti si sarebbero impegnati al massimo per portare il nome del gruppo ai vertici del metal mondiale, salvo andarsene due giorni dopo. Insomma, tante belle parole, tanta bella pubblicità, e pochissima sostanza.

A dire il vero, anche il fatto che il cantante sostenga che il suo vero nome sia Urban breed (con la minuscola) non depone così a favore della loro onestà intellettuale.

Insomma, una volta accantonato il discorso pubblicità ingannevole, se parliamo solo di musica possiamo dire che i Serious Black avrebbero potuto cavarsela anche senza scomodare nomi altisonanti. Power metal molto radiofonico, con i ritornelloni che parlano di amore, l'elegante  voce di Urban breed che tesse delle belle trame vocali su una base composta di pochi riff e di tanti accordoni. Immaginate una versione molto più gay degli Unisonic senza Michael Kiske.

Il disco è composto di 8 tracce più un'intro. Della durata media di 4 minuti scarsi: 36 minuti in totale. Diciamo che come standard è abbastanza risicato: nell'album precedenti i pezzi effettivi erano 10 e la durata totale di circa 45 minuti, ma il discorso è sempre lo stesso. Il sapore di una corsa disperata per far uscire in tempo utile un secondo album costituisce l'ennesimo punto a sfavore di una band che, a mio avviso, complice una label sconsiderata e i suoi consigli fuori luogo, si è sputtanata da sola senza averne bisogno. 

Magari avrebbero impiegato 2-3 album per farsi un nome, e avrebbero dovuto sudare di più per andare in tour con certi gruppi, ma non avrebbero fatto la figura dei coglioni. Ed avrebbero potuto raccogliere il meritato (e moderato) successo. Sono convinto che al terzo album si scioglieranno e che tra 4-5 anni non si ricorderanno più nemmeno loro della parentesi Serious Black. Ma per ora qualche ascolto in scioltezza gli si concede volentieri. Il disco passa in fretta e non lascia assolutamente nulla, ma in quei 36 minuti devo ammettere che risulta tutto sommato piacevole, oltre che molto poco impegnativo.

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